Svolta alla Casa Bianca

Un nuovo corso nei rapporti con Putin

Il presidente Vladimir Putin ha incassato senza reagire l’espulsione di 35 suoi diplomatici accusati di spionaggio, dagli Stati Uniti d’America. Tanta flemma si spiega con l’attesa per l’insediamento del nuovo governo di Washington. Le relazioni russo americane, sotto la presidenza Obama, sono iniziate male e si sono concluse peggio, ma Trump ha già fatto sapere che intende aprire un capitolo diverso, dove la Russia torni ad essere per lo meno un interlocutore affidabile come fu per i tempi di Bush jr. Il ruolo che Putin ha assunto nella lotta al terrorismo è troppo importante per potervi rinunciare. Anche il Pentagono nei mesi scorsi ha dovuto riconoscere che se l’Isis ha rallentato la sua espansione in Siria questo è stato principalmente grazie all’intervento russo in favore di Assad, una realtà che la Casa Bianca voleva ignorare con Obama e Hillary. La nuova amministrazione non ha come priorità la successione al potere in Siria e Trump ha considerato un errore il sostegno Usa ai ribelli, lo stesso commesso a suo tempo in Afghanistan. Allora i vantaggi dell’aiuto statunitense alla guerriglia afghana, non arrivarono al loro protetto Massoud, ma ai talebani e ad al Qaeda che si sbarazzarono facilmente del “leone” del Panjshir. Trump ha memorizzato l’errore e ai russi intende riconoscere il ruolo svolto contro l’Isis. Sarà bene che anche l’Europa ridefinisca la sua agenda con l’Est. Non c’è interesse nel far scivolare la Russia lungo la china dei balcani, in un rapporto privilegiato con la Turchia, un paese diventato ad alto rischio. La politica delle sanzioni, che tra l’altro penalizza l’ export italiana, deve essere sospesa al più presto e persino Obama se ne rendeva conto. E’ vero: la Russia non è una democrazia compiuta, il governo di Putin è autoritario così come lo stato di diritto è tutt’altro che assicurato. Parliamo pur sempre di un paese che dall’assolutismo zarista è passato alla dittatura del partito unico bolscevico. Ma spingere la Russia a richiudersi richiuda in se stessa, dopo gli sforzi fatti per offrirle una visione pluralista della società e dell’economia, è il peggior errore che la politica di Obama abbia compiuto. Trump ha annunciato un nuovo corso e anche per l’Europa sarebbe il caso, fin dall’inizio del nuovo anno, di prendere in considerazione questa opportunità.

Roma, 2 gennaio 2017